

Teatro di Figura
Il Teatro di figura
Teatro di figura è quella particolare arte teatrale che utilizza burattini, marionette, pupazzi, ombre, oggetti, come protagonisti dello spettacolo teatrale e segni di un linguaggio fortemente visivo e sensoriale.
Il termine "teatro di figura" si è affermato in Italia alla fine degli anni '70, come termine generico e riassuntivo, sostituendo "teatro di animazione", spesso confuso semanticamente con l'animazione teatrale e sociale. Nel termine "teatro di figura", analogamente a molte altre lingue e culture si riassume così il concetto di un'azione teatrale specifica e quello, corposo, dei manufatti ad essa necessari, appunto le "figure" (nel significato di derivazione latina di oggetto modellato).
In buona parte del mondo, l'animazione (o la manipolazione, a seconda della cultura) del teatro di figura rimane solo parzialmente conosciuta. Tra le tecniche più famose ci sono i burattini a guanto, o a bastone, le marionette a fili o a bastone (pupi), i fantocci e i pupazzi, gli oggetti, le ombre e le silhouette il teatro nero e il bunraku.
Le caratteristiche del Teatro di figura
La drammaturgia del teatro di figura deve le sue caratteristiche peculiari, nella sua forma, all'originalissimo linguaggio di base (con una sua grammatica precisa di segni e movimenti) derivante dal suo supporto materiale: la mano e le dita. A partire da queste radici comuni (ribadite anche sperimentalmente) si sono sviluppate forme molto simili di burattini in diverse parti del mondo, con drammaturgie teatrali elementari e strutturalmente identiche.
Le "teste di legno" e i loro compagni d'ombre, nelle loro forme "radicali" e primordiali sono esistiti da sempre (da quando l'evoluzione dei movimenti della mano li ha generati). Hanno preso in prestito caratteri, maschere e tipologie narrative da altri aspetti "più forti" del teatro, della religione e della cultura a loro contemporanei.

